Credere
Le strisce di vapore tagliano il
pendio
al sole che sale tra le spalle dei
monti
da lontano le poche baite si
confondono
alberi e cespugli affondano nel
grigio
lattiginoso dei prati lasciando
solo
macchie d’ombra
ma io so del tappeto trapunto di rododendro
e mirtillo
so del cardo splendente del girino
in folla
nelle pozze fangose ai piedi del
ruscello
so delle rocce che renderanno
tiepida la notte
al lichene maculato e alla dolce
sassifraga
ai freddolosi nati di vipera e
marmotta
prima del lungo sonno
so dell’intarsio dei sentieri
pieno della ragione e della fatica
dei secoli
maturo di misura carico di attesa
sentieri che attendono solo un
passo d’uomo
per muoversi con lui
che conducono solo se l’occhio li
ama
capace di leggerne il fondo sabbioso
di cullarsi tra fragili sponde di
ciocche d’erba
di scoprire un senso nel disegno
che solo poche pietre affiancate
hanno
nel caos profondo del golfo di
ganda.
Giovanni Invernizzi
Il venticinquesimo anno
ÓMCC, 2005.